12/31/2014 0 Comments Il 14 Aprile del 1914 una lotta intestina tra i braccianti asserviti al volere di George Millet luogotenente del Conte Larochefoucauld (proprietario terriero di mezzo tavoliere) provoca la morte di un bracciante giunto da Putignano (40 km da Cerignola per lavorare nell'agro cerignolano). È una guerra tra poveri che Di Vittorio non esita a definire responsabilità morale del Millet. I putignanesi vennero assunti per due ragioni: la prima è che a Putignano non vi era la stessa emancipazione dei diritti sul lavoro che potevano vantare i braccianti cerignolani, la seconda è che Millet chiedeva i voti ai braccianti locali e questi ripetutamente si rifiutarono di assecondare tali richieste. Millet quindi decise per l'assunzione di lavoratori non locali e questo comportò una rivolta che all'alba del 19 aprile, nella Masseria Colapatella, culminò con l'aggressione collettiva (armati di zappe e picconi) nei confronti dei lavoratori di Putignano e la morte di uno di essi. L' articolo qui sotto e molti altri di quei giorni descrive nel dettaglio l' episodio. Il giornalista de IL QUOTIDIANO giunto a Putignano incontra alcuni dei contadini aggrediti, queste alcune parole:
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12/24/2014 0 Comments N. Machiavelli, Istorie fiorentine, V, cap. I
Sogliono le provincie il piú delle volte, nel variare che le fanno, dall’ordine venire al disordine e di nuovo dipoi dal disordine all’ordine trapassare; perché non essendo dalla natura conceduto alle mondane cose il fermarsi, come le arrivano alla loro ultima perfezione, non avendo piú da salire, conviene che scendino; e similmente, scese che le sono e per li disordini ad ultima bassezza pervenute, di necessità non potendo piú scendere conviene che salghino; e cosí sempre da il bene si scende al male, e da il male si sale al bene. Perché la virtú partorisce quiete, la quiete ozio, l’ozio disordine, il disordine rovina, e similmente dalla rovina nasce l’ordine, dall’ordine virtú, da questa gloria e buona fortuna. Onde si è dai prudenti osservato come le lettere vengono drieto alle armi, e che nelle provincie e nelle città prima i capitani che i filosofi nascono. Perché avendo le buone e ordinate armi partorito vittorie e le vittorie quiete, non si può la fortezza degli armati animi con piú onesto ozio che con quello delle lettere corrompere, né può l’ozio con il maggiore e piú pericoloso inganno che con questo nelle città bene istituite entrare. Il che fu da Catone, quando in Roma Diogene e Carneade filosofi mandati da Atene oratori al Senato vennono, ottimamente cognosciuto; il quale veggendo come la gioventú romana cominciava con ammirazione a seguitarli, e cognoscendo il male che da quello onesto ozio alla sua patria ne poteva risultare, provide che niuno filosofo potesse essere in Roma ricevuto. Vengono pertanto le provincie per questi mezzi alla rovina; dove pervenute, e gli uomini per le battiture diventati savi, ritornono, come è detto, all’ordine, se già da una forza estraordinaria non rimangono suffocati. Queste cagioni feciono, prima mediante gli antichi Toscani, dipoi i Romani, ora felice, ora misera la Italia. E avvenga che dipoi sopra le romane rovine non si sia edificato cosa che l’abbia in modo da quelle ricomperata, che sotto uno virtuoso principato abbia potuto gloriosamente operare, nondimeno surse tanta virtú in alcuna delle nuove città e de’ nuovi imperi i quali tra le romane rovine nacquono, che, sebbene uno non dominasse gli altri, erano nondimeno in modo insieme concordi e ordinati che da’ barbari la liberorono e difesono. (Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1964, vol. X, pag. 100) 12/20/2014 0 Comments La domanda di Nietzsche è: la storia, è utile o dannosa... alla vita?
E la risposta è altrettanto semplice, ma, appunto, inattuale: Certamente la storia può avere una certa utilità: se serve ad alimentare il presente, a vivificare le nostre vite, a energizzare il presente attraverso la memoria di ciò che è stato. Ma per fare questo deve anche sopportare di essere trasformata, trasfigurata, manipolata: deve essere considerata più come un’opera d’arte che come una ricerca obiettiva della verità. Bisogna operare una scelta: non la storia a ogni costo, ma quella particolare prospettiva storica che serve a energizzare un popolo o un singolo individuo. Solo così può essere utile. Non semplicemente come scienza, ma piuttosto come arte. Secondo Nietzsche l’uomo oggi appare misteriosamente isterilito e vuoto. La causa è che la cultura si è staccata dai bisogni reali, non è più legata alla vita, e si è trasformata in “indigeribili pietre del sapere, che rumoreggiano nello stomaco senza generare niente, nemmeno una ricchezza interiore”. Queste pietre del sapere, questi quanti di conoscenza, appena mandati a memoria, devono essere messi da parte, e sostituiti da altri quanti di sapere. E così via all’infinito. Tutto ciò che impariamo, o per meglio dire che ingurgitiamo, non produce nulla nel nostro organismo, non ha conseguenze sulle nostre vite e sulle nostre convinzioni di fondo. 12/19/2014 0 Comments Lentamente Tre Titoli diventa un luogo familiare, specie di giorno. Abbiamo camminato lungo il Boulevard e parlato tra di noi e con gli abitanti, conoscendo Ibrahim, Sandra, Conrad; a loro abbiamo raccontato del progetto filmico e di come questa possa essere un' occasione fuori dalle pressioni del lavoro. Tre Titoli ha già vissuto l'euforia della redistribuzione delle terre nei primi anni '50 voluta dal Governo centrale, e questi fabbricati vennero costruiti proprio in funzione di una nuova centralità delle campagne. In questa seconda vita queste strutture ospitano le comunità di nuovi cittadini migranti impegnati nel lavoro agricolo. Eravamo in ordine sparso: Andrea Pomicino, medico responsabile di uno degli ospedali mobili di Emergency e d'istanza nel foggiano; Anna Santomauro e Andrea Vara per Vessel; Luigi Coppola artista che ha voluto ragionare sulle possibilità di sviluppo di questo territorio a partire dall' esperienza del Parco Dei Frutti Minori di Castiglione D'otranto; Anila Shehaj e io stesso per il gruppo LZSP di cui faccio parte e Giuseppe Savino che si occupa di progetti legati al mondo dell'agricoltura sociale. Qui sotto un cinegiornale del 1954 descrive lo sviluppo delle borgate e dell' uso previsto per queste strutture LE CASE! LE CASE! Paap ( il presidente dell' Associazione Ghetto Out) e Andrea ( Il Medico Emergency responsabile di uno dei due ambulatori che fanno assistenza nel foggiano) mi aiutano, tra le altre cose, schiarire i rapporti tra le case della riforma agraria e i migranti. Quelle case che furono costruite e distribuite ai braccianti cerignolani negli anni '50 oggi sono abitate a Tre Titoli dai migranti. Sono case occupate in alcuni casi, date in fitto dai proprietari ai migranti che pagano per viverci all'interno ( ma come si può accettare soldi per una casa che non ha acqua luce e riscaldamento?), case col tetto sfondato (per mano dei proprietari per non pagare l'IMU) e case dove i migranti, fatti sloggiare dai proprietari assieme alle forze dell'ordine, vivono attorno al perimetro circostante. Le cose cambiano con le stagioni e d'estate le tende da campeggio circondano come corone abitate tutte le case. Le case tutte le case di Tre Titoli sono numerate a spray, 1 2 3 e così via e questa numerazione viene usata per indicare dove vivono gli abitanti. A Tre Titoli vi è anche un sindaco, ora non so bene ancora chi sia qualcuno lo chiama Mario e qualcuno Alessandro, di sicuro una persona che vive a Tre Titoli da 12-13 anni e che viene dall' Africa. Qualcuno a Tre Titoli coltiva un' orto privato. Mi serve trovare una mappa di Tre Titoli e capire meglio l'origine di questo nome. 12/17/2014 0 Comments Sono tre i faldoni che riguardano Di Vittorio e il 3° Congresso della FSM (Federazioni Mondiale dei Sindacati, Ungheria 1953) e che ho ricevuto in visione a Roma nella sede dell' Archivio Storico della CGIL. Sono venuto qui perché convinto di poter reperire in questa tipologia di scritti alcuni punti chiave che fanno del pensiero di Di Vittorio uno strumento attuale di discussione per i laboratori di Gennaio che terremo a Cerignola e preparatori al film. Ho trovato ben più di quel che pensavo, L' archivio romano conserva non solo le copie delle pubblicazioni legate a Di Vittorio ma anche testi e bozze autografi dei discorsi tenuti dal sindacalista in tutta Europa. La "S"toria attuata come strumento vivo nel contemporaneo e non come feticcio nozionistico ha ancora una possibilità di azione nel presente. Nella foto la bozza del discorso di Di Vittorio al "3éme Congres Syndacal Mondial" del 1953 12/17/2014 0 Comments Ma nel caso che la Sinistra vinca la lotta per il potere, ecco che anch’essa vuole - per poter realmente progredire socialmente e politicamente - lo «sviluppo». Uno «sviluppo», però, la cui figura si è ormai formata e fissata nel contesto dell’industrializzazione borghese.
Tuttavia qui in Italia, il caso è storicamente diverso. Non è stata vinta nessuna rivoluzione. Qui la Sinistra che vuole il «progresso», nel caso che accetti lo «sviluppo», deve accettare proprio questo «sviluppo»: Io sviluppo dell’espansione economica e tecnologica borghese. * da Scritti Corsari di P.P. Pasolini su Corriere della Sera, qui il testo integrale 12/16/2014 0 Comments Il genio Tedesco sosteneva che: “Die Leute sind ganz prima in Foggia” (“La gente è meravigliosa a Foggia”). Joseph Beuys era ben conscio di trovarsi a Foggia per una guerra, una esperienza che di li a poco l'avrebbe cambiato per sempre sino al punto di diventare uno dei più attivi pacifisti d'Europa. Di qui la voglia di ricambiare con dei gesti di affetto, di riconoscenza, verso il popolo che aveva imparato a conoscere durante i numerosi sopralluoghi effettuati in città e sul Gargano, durante i quali sovente gli veniva offerto di sedersi ad una delle tante tavole contadine del territorio.
*dal Il Mattino di Foggia 28.09.2014, qui l'articolo |
Tre TitoliUn progetto filmico performativo nelle terre di Giuseppe Di Vittorio attraversando l'evoluzione e la trasformazione della classe bracciantile lungo il Novecento: Archives
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