Nel secondo Dopoguerra il Socialismo albanese statalizza le fabbriche. Il comparto si riduce a 4 grandi fabbriche: la ex Flora di Tirana (poi chiusa definitivamente negli anni '60), quella Durazzo, di Scutari e di Girokastro; a Tirana e Girokastro si produceva prevalentemente per il mercato interno, mentre a Scutari e a Durazzo per l'export.
A partire dal '57 e di più dal '60, l'Albania inizia ad esportare nell'Europa dell'Est, specie Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Repubblica Democratica Tedesca: a Durazzo le fabbriche iniziarono a produrre anche per lo stato bulgaro, lo stesso fecero con il monopolio polacco (per le sigarette Duhat) che venivano vendute solo in Polonia e Albania. La stessa fabbrica di Durazzo fece parte della produzione di sigarette contraffatte come Winston e Kent. La qualità del prodotto inizia a calare con l'utilizzo di tabacco proveniente da Oriente.
Ancora nei primi anni '80 la maggior parte delle sigarette veniva esportata, specie per il cambio di valuta che garantiva prezzi molto competitivi. Ma la crisi del Regime, che sul finire egli anni '80, segna la crisi del comparto di produzione interno: si aprono i confini ed entrano decine di tonnellate di sigarette contrabbandate, i fumatori albanesi poterono fumare, per la prima volta, tabacco non albanese.
La fabbrica di Girokastro, che produceva Partizani senza filtro, chiuse subito dopo il '91, mentre quella di Scutari dopo il '96 (nel '99 durante la guerra del Kosovo, questa fabbrica venne trasformata in campo profughi e tutti gli attrezzi usati per produrre sigarette, rubati e riciclati da piccole fabbriche illegali che presero a produrre sigarette contraffatte di marchi come Arberia, Tarabosh e LM. Attualmente il tabacco è fonte di sussistenza e guadagno sopratutto nelle campagne di Scutari e Durazzo.
A partire dal '57 e di più dal '60, l'Albania inizia ad esportare nell'Europa dell'Est, specie Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Repubblica Democratica Tedesca: a Durazzo le fabbriche iniziarono a produrre anche per lo stato bulgaro, lo stesso fecero con il monopolio polacco (per le sigarette Duhat) che venivano vendute solo in Polonia e Albania. La stessa fabbrica di Durazzo fece parte della produzione di sigarette contraffatte come Winston e Kent. La qualità del prodotto inizia a calare con l'utilizzo di tabacco proveniente da Oriente.
Ancora nei primi anni '80 la maggior parte delle sigarette veniva esportata, specie per il cambio di valuta che garantiva prezzi molto competitivi. Ma la crisi del Regime, che sul finire egli anni '80, segna la crisi del comparto di produzione interno: si aprono i confini ed entrano decine di tonnellate di sigarette contrabbandate, i fumatori albanesi poterono fumare, per la prima volta, tabacco non albanese.
La fabbrica di Girokastro, che produceva Partizani senza filtro, chiuse subito dopo il '91, mentre quella di Scutari dopo il '96 (nel '99 durante la guerra del Kosovo, questa fabbrica venne trasformata in campo profughi e tutti gli attrezzi usati per produrre sigarette, rubati e riciclati da piccole fabbriche illegali che presero a produrre sigarette contraffatte di marchi come Arberia, Tarabosh e LM. Attualmente il tabacco è fonte di sussistenza e guadagno sopratutto nelle campagne di Scutari e Durazzo.