OTNARAT TARANTO A FUTURO INVERSO film 35 min ca. 2009 HD color 16:9 Sinossi L’acciaio, l’acqua, la scultura di Nicola Carrino sono gli elementi da cui un gruppo di ricercatori parte per ritrovarsi nella dimensione spazio temporale di Otnarat: città dell’immaginario, del ritorno alla speranza, di un’altra Taranto possibile. In questo tempo al futuro inverso, le scorie sono cadute, la dittatura delle finte verità è finita e l’agire collettivo, motore del cambiamento, riconsegna il presente ai tarantini. Titolo: Otnarat
Anno di produzione: 2009 Paese di produzione: Italia Durata: 36’ Formato: Mini DV Tipologia: documentario Location: Taranto Produzione: Apulia Film Commission Produzione esecutiva: In iride sfoggio Regia: Nico Angiuli Soggetto e sceneggiatura: Nico Angiuli, Michele Loiacono, Roberto Dell’Orco Fotografia: Nico Angiuli, Davide Barletti, Giorgio De Finis, Mattia Epifani Montaggio: Stefano Muti Suono: Mauro Boccuni Musiche: Francesco Dracca, Angelo Losasso, Aldo Scatigna Festival e riconoscimenti
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Che si giunga a Taranto da Brindisi, lungo il ponte di Punta Penna, o da Bari, circondati dai fumi del siderurgico che anticipa di chilometri il confine della città, si noterà subito un paesaggio trasformato e dissimile dal solito paesaggio pugliese: l'Arsenale Militare prima, costruito a metà dell'Ottocento, e l'Italsider (ora Ilva) più tardi, stravolgono, con due muri, la città dai due mari, mettendo le mani su Taranto e dettandone, in un solo secolo, nuovi ritmi umani ed urbani.
Sono gli anni del miracolo economico e per Taranto, come per il resto del Sud, la grande industria rappresenta la speranza di un riscatto sociale atteso da decenni, speranza che l'artista e scultore tarantino Nicola Carrino ritrae in quegli anni come ciminiere fumanti di colore ed un popolo in grande fermento, speranza che cinquant'anni dopo, in una serie di disegni inedita (Apocalypse Taranto, 2003, stampe su carta), è ormai disattesa secondo l'artista. Da questa inaccettabile situazione nasce il progetto documentario che vuole opporsi, con gli strumenti propri dell'immaginario, alla dittatura dell'acciaio; Incontrando il maestro Carrino a Roma ho modo di accedere al suo archivio: in una sua performance (Costruttivi Trasformabili, Forum Kunst Rottweil, Gemania, 1973, 16mm) Carrino eleva un muro fatto di moduli d'acciao in cui ho rivisto liricamente la costruzione del siderurgico a Taranto; d'accordo con il maestro, questo ed altri suoi interventi performativi, vengono riletti ed inseriti nel documentario. Carrino è anni dopo autore della riqualificazione architettonica di piazza Fontana (voluta da Carlo V), piazza che anticipa ed introduce il visitatore nella Taranto vecchia e che diventa porta spazio-temporale di accesso ad Otnarat: città dell'immaginario, dell'azione collettiva e del ritorno alla speranza in un'altra Taranto possibile. In questo tempo al futuro inverso, il presente è riconsegnato ai tarantini ed il Palazzo Ulmo in via Duomo(storico edificio abbandonato nel cuore della città vecchia), diviene dispositivo da cui Matteo Fraterno(artista relazionale napoletano), Lorenzo Romito (laborario d'arte urbana Staker/ON), Giorgio de Finis (direttore casa dell'Architettura di Roma) ed il Ilmotorediricerca (collettivo multidisciplinare) intercettano le istanze e le urgenze del territorio sviluppando quindi la struttura filmica: Matteo scriverà un testo partendo da alcune frasi del libro La nascita di Venere di Alberto Savinio e chiedendo a tre musicisti tarantini di musicare questa Balla-Taranto, daranno vita al dispositivo musico-relazionale Matteo e gli Otnarat che agirà lungo i luoghi simbolo dei poteri forti a Taranto; Lorenzo Romito di Stalker/ ON, incontra la società civile, per ripercorrere le ragioni di una “deportazione retribuita” che negli anni '70 sradica dalla città vecchia migliaia di nuovi metalmeccanici verso le case parcheggio ed i quartieri dormitorio come Tamburi o Paolo VI, quartieri nati appositamente per servire la grande dea Ilva; Giorgio de Finis attraversando il territorio documenterà fotograficamente l'assenza di una ampia progettualità urbana ed il collettivo Ilmotorediricerca, che ben conosce la Puglia, coordina infine l'azione collettiva. La Taras fondata dai greci riemergendo da piazza Fontana, rinascerà tornando a se stessa, ai due Mari, ai suoi antichi odori, alla musica, alla città vecchia riabitata e pulsante e, come in un sogno, al risveglio non ricorderà nulla di questa breve parentesi della sua grande e millenaria storia. |